mercoledì 29 gennaio 2014

Azione civile e civiltà !

E' con grande piacere che apprendiamo che, dopo il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, anche altri intendono costituirsi parte civile all'interno dell'eventuale processo penale a cui saranno sottoposti le 32 brave persone che hanno avuto a che fare col disastro Novaceta.
Appena dopo la partecipata assemblea del 23 gennaio scorso tenuta in viale Piemonte, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha già dato seguito alle prime azioni necessarie per dare inizio ad un iter giudiziario voluto esclusivamente da un folto gruppo di lavoratori che nel giugno del 2009 , su esposto scritto (e mi scuso se lo ricordo, ma lo faccio con grande orgoglio) dal sottoscritto , apposero la firma a quel foglio che sarebbe diventato “storico” dopo essere stato stoico. Un gruppo di lavoratori, da soli, senza nessun appoggio ne politico ne sindacale, si sono assunti la grande responsabilità di affermare che quelle persone, che avevano gestito Novaceta dal 2003 al 2009 , erano dei farabutti ! Ebbene, già all'epoca, se avesse voluto, qualunque altro soggetto, associazione, sindacato, partito politico, avrebbe potuto sostenere quell'esposto. Ma sostenere un esposto, dove si denunciano fatti gravi e dove è necessario assumersi responsabilità in prima persona, è cosa molto impegnativa. Tutti, TUTTI, infatti, credettero bene di restare alla larga da accuse che avrebbero potuto rivoltarsi contro ed essere denunciati per diffamazione. TUTTI pensarono di mandare avanti quegli 88 “fessi” , firmatari dell'esposto, tanto la faccia l'aveva messa quel pazzo di De Luca che diceva queste cose con ossessiva ripetizione già da diversi anni. Quel gruppo di lavoratori, fu , da subito, caratterizzato, non da una precisa appartenenza politica o sindacale ( erano presenti simpatizzanti ed iscritti a partiti diametralmente opposti – Forza Italia e Rifondazione, erano presenti iscritti alla CGIL, alla CISL ed alla CUB ) ma da una convinzione, quella che “quella crisi” era voluta, ed era traghettata per poter speculare sulle aree. Di coordinare il tutto se ne assunse l'onere il costituitosi Comitato Magentino Dignità e Lavoro ( sempre quel pazzo di De Luca ) poiché era necessario ribadire l'assoluta neutralità politica e la NECESSARIA autonomia operativa, nel momento in cui nessun soggetto, giuridicamente costituito, come ad esempio qualunque sindacato ( CGIL, CISL, UIL, CUB o altri ) , si assunse la responsabilità di apporre, tramite un proprio dirigente, la firma in calce a quell'esposto.
Questo è un fatto ! Come è un fatto che, in altre occasioni, Dignità e Lavoro, su richiesta della stessa CUB, ha concesso di apporre il logo di quest'ultima, ad esempio, su un Piano di rilancio dell'azienda, sull'Osservazione al Piano di Governo del Territorio, lavori eseguiti, con grande sacrificio, esclusivamente dal gruppo Dignità e Lavoro messosi a servizio esclusivamente degli 88 firmatari dell'esposto ed a servizio della verità.
Si, è vero , siamo orgogliosi che un gruppo eterogeneo di persone ( Gigi, Alfredo,Concetta, Adriana, Teresa, Luciano, Paolo, Orazio, Giorgio, Moreno, Antonio, Vincenzo), tutte aderenti al Movimento Popolare Dignità e Lavoro, in questi ultimi anni, è stato militante sul territorio, organizzando raccolta firme, richieste di consigli comunali, volantinaggio, etc.. ed è stato trainante, in termini d'immagine, anche per altre organizzazioni. Speriamo sempre che, per il bene dei lavoratori, queste si impegnino, principalmente, nei ruoli e nelle funzioni istituzionali per cui sono chiamate a confrontarsi ad esprimersi ed a rispondere.
Quanto sopra è stato compreso dalla stragrande maggioranza dei partecipanti all'assemblea del giorno 23 gennaio che in massa hanno deciso di dare fiducia al Movimento Popolare Dignità e Lavoro che condurrà, fino alla vittoria, un percorso iniziato da quel giugno 2009.
In questi quattro anni e mezzo ( dalla presentazione dell'esposto in Procura, fino all'emissione degli avvisi di garanzia ) non abbiamo visto al nostro fianco, nelle battaglie sopra indicate, ne partiti ne sindacati.
Desideriamo continuare a lottare con la nostra “pazzia”, con la nostra caparbietà, ma con la nostra
D I G N I T A' ! Tutti insieme, tutti quelli che hanno “creduto” possibile una pazzia già dal 2009.

Infine, è un bene che altri si costituiscano parte civile, ma “parte civile” significa , principalmente, civiltà, onestà, rispetto per gli altri, rispetto dei ruoli, rispetto per il lavoro altrui.
...speriamo bene !

M.P.D.L.

sabato 25 gennaio 2014

Assemblea del 23 gennaio 2014 : sul territorio, una nuova rivoluzione sociale...

Assemblea generale lavoratori Novaceta del 23 gennaio 2014

Allora, la notizia ormai è vecchia, i giornali li avete letto tutti, la Procura di Milano ha emesso 33 avvisi di garanzia ad altrettante “persone per-bene” che hanno rubato , prima, con la cassa integrazione e la mobilità parte del nostro stipendio, poi con il licenziamento, non solo tutto lo stipendio ma hanno lasciato i lavoratori in condizioni molto difficili. I 33  ci hanno frodato due volte, una volta come lavoratori dipendenti ed una seconda volta come cittadini a cui hanno chiesto contributi per sovvenzionare quegli ammortizzatori sociali di cui non c’era bisogno. Hanno quindi frodato anche lo Stato e con la complicità di altre strutture. E’ cosa assodata che cassa integrazione e mobilità vengono concesse per soli due motivi: crisi di mercato e ristrutturazione dell’azienda. Bene entrambe le motivazioni non si sono mai realmente presentate. La ristrutturazione, è sotto gli occhi di tutti, non c’è mai stata. Per quanto riguarda la crisi di mercato, possiamo dire che se si era avuto un piccolo calo delle vendite nel 2004, questa fu immediatamente coperta dalla fermata del primo produttore al mondo di acetato, l’americana Celanese! Inoltre, documenti interni Novaceta, relativi al settore vendite, confermavano una netta ripresa degli ordini, già dal 2005. Alla ripresa degli ordini, l’azienda risponde, invece, con una contemporanea decapitazione della struttura vendita. Spostano il dirigente storico e licenziano 3 venditori. In poche parole, gli ordini c’erano e non venivano evasi ! Embè, ste’ cose alla Procura gliele abbiamo dette e provate !
C’è da dire anche che cassa integrazione, mobilità e cessione rami d’azienda (come nel caso della centrale termoelettrica) non sono
attuabili se non c’è l’accordo col sindacato e con l’ente erogatore dei sussidi (Regione Lombardia). Ma un sindacato, come fa a sostenere che c’è crisi se non fa alcuna indagine di settore. Ci siamo sgolati, e ci siamo messi contro tutti, per dire che la cassa integrazione non andava firmata, poiché quella firma era la condanna alla fermata dello stabilimento. Credo che, a questo proposito, di avvisi di garanzia ne arriveranno ancora alcuni !
A questo punto potremo anche chiuderla qui, la soddisfazione è immensa, avevamo visto giusto e con largo anticipo. Resta il rammarico che una parte di lavoratori, per dire queste cose doveva dirle sul piazzale e non poteva dirle nelle assemblee generali poiché i sindacati confederali e padroni non volevano. Forse la fabbrica non si sarebbe fermata. Forse.
Oggi abbiamo la possibilità di tentare di riprenderci ciò che ci è stato tolto. Oggi la Procura di Milano ha detto esattamente quello che noi avevamo sottoscritto nell’esposto di giugno del 2009 :  “cagionavano il fallimento della società attraverso operazioni dolose “ e sottraevano, distruggevano e falsificavano i libri e le scritture contabili della società “.
La crisi industriale quindi non c’è mai stata, la fabbrica veniva chiusa per speculare sulle aree.
Poi, hanno dovuto in parte, abbandonare il progetto poiché hanno trovato il blocco delle aree che il sottoscritto aveva fatto passare in consiglio comunale già dal 2004, hanno trovato 600 firme che non hanno permesso nemmeno di mettere un dito, anche su quelle aree dove non c’erano capannoni con macchine di produzione, ed hanno trovato infine un presidio che dura da quasi cinque anni, formato da uno zoccolo duro straordinario con un unico obiettivo: i ladri dovranno restituire il maltolto. Cinque anni di azioni mediatiche e di azioni fisiche fino allo sfondamento del cordone di carabinieri. Fino a documentare che all’interno della fabbrica non si stava mettendo in sicurezza come avevano assicurato proprietà, sindacati e istituzioni, in accordo totale, durante una riunione in Prefettura, ma stavano smantellando la fabbrica. Il solo Movimento si oppose a non concedere ad UNICREDIT la possibilità di essere “un unico interlocutore” nella , così detta, messa in sicurezza dello stabilimento. Sapevamo bene che avrebbero, invece, smantellato la fabbrica, eppure tutti, TUTTI, tranne Dignità e Lavoro, firmarono, consentendo ad UNICREDIT, così legittimata, di portare all’interno le sue aziende che diedero inizio alle demolizioni.
Oggi, con i 32 avvisi di garanzia recapitati ad altrettante “brave persone”credo che sia nostro dovere, e per fortuna anche interesse, costituirci parte civile nel processo penale che, quelle persone, dovranno affrontare, ed auspicarci che la giustizia completi il suo corso con più condanne. Dopo di me, l’Avvocato Landi spiegherà, dal punto di vista tecnico-legale, cosa bisogna fare, ma ho prima l’obbligo di spiegare come è necessario muoversi e come è possibile e doveroso continuare, tutti insieme, questa battaglia che sarà anche azione politica e sociale sul nostro territorio.
Dicevo prima che uno zoccolo di teste dure ha tenuto in piedi, ed al caldo, questa vicenda, ma senza l’eccezionale apporto di altre persone che con Novaceta non c’entravano assolutamente nulla, questo risultato, e speriamo quelli futuri, non avremmo potuto ottenerli. Non faccio nomi, poiché potrei dimenticarne qualcuno. Senza l’aiuto di persone esterne, volontarie e solidali, non sarebbe stato possibile chiedere ed ottenere consigli comunali aperti, effettuare banchetti e volantinaggio per la città, fare raccolta firme, interviste sui giornali ed alle televisioni, cene di finanziamento, raccolta di prove, di documenti, di fotografie, riunioni settimanali e nei giorni di festa, e tante altre azioni, fatte da gente che, semplicemente, crede che è possibile un altro mondo, un mondo fatto anche di solidarietà, di civiltà, di giustizia. Dunque, quello che ci apprestiamo a compiere deve avere una spinta che si chiama solidarietà. Non tutti di noi potrebbero affrontare i costi di un processo civile, ma dobbiamo trovare una formula poiché questo processo si faccia e si possa  raggiungere l’obiettivo che, ad ognuno, venga restituito, insieme alla dignità, ciò che è stato tolto. Questo processo dobbiamo farlo ma, necessariamente, potrà essere affrontato solo se la parola che lo governerà sarà  s o l i d a r i et a’ ! 
Gli avvocati, mi hanno detto e vi diranno, che le azioni che intendiamo percorrere sono molto costose, ma il sottoscritto sa bene che se ognuno di noi dovesse, da solo, intraprendere un’azione giudiziaria, pure con prospettive di lieto fine, abbandonerebbe immediatamente la partita, l’impegno economico non sarebbe sopportabile. Ecco allora che dobbiamo crearci una formula diversa, una formula però che passi da quella stessa convinzione ed abnegazione, patrimonio di quelle persone, di cui prima ne sottolineavo il profilo, che credono che un altro mondo sia possibile.
L’idea, e lo chiederemo all’Avvocato, è quella che per ogni soggetto, costituitosi parte civile, che non potrebbe garantire l’adeguata copertura finanziaria delle spese del processo, ci sia anche un altro, o più soggetti, che si assumono l’onere e la responsabilità di finanziare chi non ce la fa. Senza solidarietà non sarebbe possibile. Chi può di più deve sopperire, con quote più alte, rispetto a chi non può.
Parlo di quote, ma stiamo parlando, invece, di “un salvadanaio, anche se gli avvocati non vogliono sentire di certezze di vittoria. Io, invece, ci voglio credere! Ed allora se qualcuno avrà versato qualcosa in più, gli sarà di ritorno qualcosa in più. Ma se non perseguiamo questa strada, allora non sarà possibile fare niente. Solo se ci saremo tutti,  l’azione, non solo giudiziaria, ma anche mediatica, come evento eccezionale in ambito nazionale, avrà peso e risonanza determinante.
Il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, potrà, ancora di più, essere quella forza d’urto necessaria sul territorio per evitare o limitare i soprusi, le arroganze, le corruzioni, le ingiustizie che la politica, le istituzioni, le amministrazioni colluse hanno determinato. I fatti parlano chiaro: a questo risultato di oggi non ci ha portato la politica, le istituzioni o il sindacato. Anzi, questi soggetti quasi sempre li abbiamo avuto contro. A questo risultato siamo giunti attraverso l’impegno volontario di un gruppo di donne e uomini che hanno detto, e rubo  un’espressione spesso ripetuta dal Paolo : “ io la mia faccia sotto i loro piedi non me la faccio mettere “. Così si fa ! Bravo Paolo !
Il soggetto, quindi, che sopporterà l’onere organizzativo sarà il Movimento a cui dovrebbero aderire tutti i ricorrenti, ma attenzione, l’adesione non servirebbe a niente se fosse mirata solo a perseguire la vertenza Novaceta. L’adesione al Movimento Popolare Dignità e Lavoro deve essere una sottoscrizione ad una rivoluzione sociale da compiere sul nostro territorio. Ognuno dovrà sentirsi interprete e protagonista di un  nuovo percorso sociale, ognuno si dovrà attivare per cercare altri aderenti, magari nel proprio ambito familiare, ma anche nelle amicizie e nelle persone con cui si ha contatto giornaliero. Questa condizione sarà necessaria a far crescere quella solidarietà che servirà a finanziare il progetto giudiziario Novaceta, altrimenti non ce la facciamo. Verrà quindi creato un fondo dove per un certo numero di anni ognuno verserà una quota secondo le proprie possibilità. L’idea è quella di rateizzare i compensi degli avvocati, ad esempio, in un certo numero di anni . Verrà aperto un conto corrente, esclusivamente dedicato al “ fondo causa “, dove ogni singolo versamento verrà registrato in modo da avere una scheda individuale e personale.
Dicevamo, ed è determinante, che il Movimento cresca anche dal punto di vista di aderenti e simpatizzanti esterni. Questo per due motivi : il primo è quello che più iscritti, più attività ed iniziative sul territorio, più solidarietà, porterebbero ad incrementare anche quel “fondo causa”, chiamiamolo così. Il secondo motivo è quello che  un Movimento che conta sul territorio ha concrete possibilità di incidere sulle scelte sociali, economiche e di risanamento del territorio stesso. Ha possibilità di incidere sulle politiche occupazionali e del lavoro. Cose che non fa più la politica da quando il rosso, il nero, il bianco e l’azzurro è diventato un unico colore, il grigio, dove l’imperativo è quello di rubare innanzitutto. Oggi, ad esempio, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, sta affrontando battaglie durissime con le istituzioni locali , a proposito delle aree dismesse, dove non solo controlliamo che vengano fatte le bonifiche di legge, ma chiediamo anche che su quelle aree, oggi concreto simbolo di speculazioni, si attivino, con gli strumenti urbanistici che sono propri delle amministrazioni comunali, quelle politiche che sviluppano il lavoro e le necessità di tutti. Stiamo chiedendo alle istituzioni di attivarsi affinchè parte delle aree Novaceta, una volta bonificate, ritornino alla comunità. Parlo ad esempio del Cral, del parco, dei campi da calcio e da tennis, del campo di bocce, della pista dell’atletica. Tali ristrutturazioni potrebbero creare ulteriori posti di lavoro. Una gestione fatta, ad esempio, bene, con metodo ed organizzazione, da chi, come voi, ha speso una vita a crearle ed a valorizzarle quelle strutture. Stiamo chiedendo, con forza, che su tutto il resto di quelle aree, che dovranno restare vincolate ad industria o artigianato, o agricoltura, sia prioritaria l’occupazione di ex lavoratori Novaceta. Ma per fare questo, dobbiamo essere in tanti ed agguerriti. Pertanto è necessaria un’adesione convinta al Movimento, e se siamo in tanti, quindi anche quelli esterni al caso Novaceta, tutto sarà più semplice.
Per cui l’adesione al Movimento dovrà essere un’adesione sentita, culturale, di azione. Ovviamente, non si chiede la stretta militanza, lo zoccolo duro di cui parlavamo prima continuerà ad esserci in quanto indistruttibile, poi con l’esempio, con i risultati, siamo certi che molti di voi avranno voglia di dare una sferzata ad una società che ci riserva, oggi, rancori e frustrazioni. Auguri a tutti !
Mario 
Magenta, 23 gennaio 2014

venerdì 24 gennaio 2014

Azione civile : il riscatto della Dignità !

Ieri sera, 23 gennaio, si è tenuta un'assemblea dei lavoratori Novaceta, accorsi numerosissimi ( abbiamo registrato 87 presenze ) su indicazione del Movimento Popolare Dignità e Lavoro. L'ordine del giorno era quello di valutare la possibilità di costituirsi parte civile nel processo penale che, speriamo presto, dovrebbe celebrarsi a carico di 32 personaggi indicati come coloro che “cagionavano il fallimento della società attraverso operazioni dolose “ e sottraevano, distruggevano e falsificavano i libri e le scritture contabili della società “. Con queste pesanti accuse il P.M. Dott.ssa Albertini della Procura di Milano emetteva gli avvisi di garanzia.
Il Movimento si è assunto l'onere di richiamare ed organizzare i lavoratori che avevano sottoscritto l'esposto ed anche numerosi altri dipendenti Novaceta che, all'epoca, non erano riusciti a firmarlo.
L'iter burocratico e legale sarà coordinato da un collegio di avvocati a cui il Movimento ha sottoposto la visione dei documenti relativi al procedimento in corso.

Su questo blog pubblicheremo, nei prossimi giorni, i dettagli ed i verbali dell'assemblea, al momento siamo lieti di riportare,di seguito, i commenti di due autorevoli amici del Movimento.
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In un'affollata assemblea all'Ideal di Magenta (oltre 80 presenze), il Movimento Popolare Dignità e Lavoro di Magenta si è costituito ieri sera formalmente parte civile nel processo contro gli ex dirigenti Novaceta, 33 dei quali sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Milano, in base all'esposto sottoscritto da un'ottantina di dipendenti nel giugno del 2009. Procura che ha ricalcato i contenuti dell'esposto nel formulare le pesanti accuse, fatto che costituisce già una grande vittoria del Movimento. Dopo l'introduzione di Mario De Luca e dell'avvocato Landi, numerosi sono stati gli interventi (tra cui quello della giornalista antimafia Ester Castano) ed è stata rilanciata l'adesione al MPDL insieme alla costituzione di un fondo per le ingentissime spese legali necessarie per sostenere i probabili tre gradi di giudizio da affrontare. Servirà un'autotassazione (per ottenere il risarcimento vanno fatti calcoli per ogni specifica situazione individuale) che durerà verosimilmente cinque anni.
Dopo il presidio di fronte alla fabbrica, che è entrato ormai nel quinto anno, e la tenace mobilitazione anche in difesa della salute e dell'ambiente (vedi vicenda amianto), i tempi di resistenza non spaventano e le adesioni all'iniziativa legale sono partite in massa. "E' la rivoluzione della costanza!" ha efficacemente riassunto Ester, tra gli applausi.
I collettivi milanesi della Rete Communia devono inserire nelle loro attività l'obiettivo di contribuire al fondo di solidarietà Novaceta. Solidarietà, il concetto cardine ripetuto più volte da Mario nel corso della serata, indispensabile per consentire a tutti e tutte di poter prendere parte pienamente anche all'iniziativa legale. Bravi compagni e compagne!
Gigi  Malabarba

E l'umanità che trovo nei volti degli operai, volti rugosi scuri e meravigliosamente sporchi. La lotta in fabbrica, al presidio e fra ora in tribunale. Qui si sta realizzando la rivoluzione della costanza, e il Movimento Popolare Dignità e Lavoro (Magenta, cassaintegrati Novaceta) ne è il motore protagonista. Orgogliosa di far parte di questa famiglia dal 2009 ad oggi.
Ester Castano





S. BIAGIO DI SOLIDARIETA'

Il 3 febbraio è il giorno dedicato tradizionale alla festa di S. Biagio

Per il Movimento Popolare Dignità e Lavoro è l'occasione per "festeggiare" insieme la conferma della sua tesi sulla chiusura della Novaceta per motivi speculativi (vedi i 33 avvisi di garanzia piccati dalla magistratura a fine anno nei confronti di dirigenti, proprietari e politici per bancarotta fraudolenta e chiusura pilotata della Novaceta) ma soprattutto per dare un primo sostegno concreto alla scelta di costituirsi parte civile decisa giovedì 23 gennaio riuniti in assemblea dagli operai firmatari dell'esposto che ha spinto la magistratura a indagare.

Partecipa al pranzo, prenotati subito !