giovedì 20 dicembre 2012

Prima della fine del mondo !


Manca solo qualche ora all'annunciata “fine del mondo”. Immaginiamo, per un minuto, che accada davvero e proviamo a pensare a quello che avremmo voluto fare, e che non siamo riusciti a fare, e poi pensiamo a quello che assolutamente dobbiamo fare prima dell'apocalisse.
Molti sono i rimpianti. Personalmente avrei voluto girare il mondo e parlare con tanta gente. Avrei voluto stringere le mani di tante donne e tanti uomini, avrei voluto accarezzare i volti di tanti bambini, di quelli sfruttati, di quelli denutriti, di quelli che hanno perso, o non hanno mai avuto, il sorriso. Avrei voluto regalare un giocattolo a quei bambini che sono costretti, invece, a “giocare” con armi vere, avrei voluto regalare un fiore a tutte quelle adolescenti costrette a prostituirsi e diventare schiave anche e principalmente nel nostro paese. Avrei voluto che fossero sbattuti in celle senza chiavi i loro sfruttatori, gli stupratori, i “caporali” e tutti quelli che si macchiano di crimini contro l'umanità. Avrei voluto...
Ritorno con i piedi per terra e mi guardo in giro. Guardo ciò che accade nei Comuni in cui vivo e vedo che donne e uomini di cultura diversa dalla mia, ma certamente “arricchente” per la nostra società, vengono cacciati dai luoghi di culto a Milano, come a Magenta. Vedo che bande di rigurgiti razzisti incendiano campi Rom, vedo che un certo cav. Banana si scandalizza per la presenza di “lucciole” nelle strade chiedendo di perseguitarle ma frequenta e protegge i tutor di costose ed esclusive “escort” (ogni riferimento a Lele Mora, Emilio Fede e Tarantini è puramente casuale) . Vedo che un capo di stato è indagato per sfruttamento della prostituzione minorile. Vedo che lo stesso è condannato per frode fiscale. Vedo che lo stesso bacia la mano di un dittatore criminale come lo è stato Gheddafi. Vedo che è amico del dittatore Lukascenko e fa affari con l'assolutista Putin. Vedo crimini contro i lavoratori e le loro famiglie a cui viene sottratto in modo fraudolento, lavoro, danaro, dignità e futuro. Vedo crimini contro l'umanità quando si avvelenano i nostri mari, i nostri fiumi, le nostre Città. Tutto per i “loro” profitti !
Leggo di 62 - sessantadue - consiglieri regionali indagati ( ma quanti sono i consiglieri in Regione Lombardia ? ) . Leggo di gentaglia che con i soldi pubblici banchetta, si diverte, paga conti milionari per feste nunziali, si compra le cartucce per andare a caccia, e leggo pure di altri consiglieri , evidentemente con problemi di identità, che con i soldici pubblici ( rimborsi elettorali ) comprano i lecca-lecca, oppure c'è chi compra i gratta e vinci, oppure chi acquista 75 cravatte da Marinella (e poi indossa sempre la stessa, di colore verde ) oppure c'è chi acquista pubblicazioni autobiografiche : “mignottocrazia”!
Credo che quello che dobbiamo fare, a qualche ora dalla fine del mondo, è augurare che questa gentaglia in qualche modo si salvi dall'apocalisse. Dobbiamo augurare loro di restare soli, tra cannibali, in un mondo senza bambini, in un mondo senza alberi, in un mondo inquinato e reso sterile dal loro egoismo.
........intanto...chi scrive non si è accorto che il famigerato 21 dicembre è già arrivato e che, purtroppo, la “fine di questo mondo” non è avvenuta. Allora cosa c'è di meglio dell'augurare un “mondo migliore” a tutte le persone per-bene, e sinceri auguri di Buone Feste a tutti i lettori, agli amici, ai compagni di lotte, ed anche a chi vuol “fare” una politica pulita, onesta, necessaria alla democrazia del nostro Paese.
Mario De Luca

mercoledì 12 dicembre 2012

La sinistra avrebbe bisogno di qualcosa di più e di differente, avrebbe bisogno di quella che Monicelli definiva «una botta, una rivoluzione»


Il principale elemento di novità delle primarie in Lombardia è certamente costituito dalla candidatura di Andrea Di Stefano, direttore di «Valori», sostenuto anche da Rifondazione Comunista.
E' quello che serve a sinistra? Fatto salvo il giudizio positivo per la persona, ci pare proprio non sia così.
Questa candidatura, oltre ad accettare un gioco che riteniamo falsato e che cancella le differenze politiche in nome di un'inaccettabile unità tra forze che non possono esserlo, rappresenta l'ennesima foglia di fico che nasconde le vergogne del centrosinistra e del PD che ne è il socio di maggioranza. La sua candidature porterà acqua al mulino del Pd, persino nella - improbabile - ipotesi vincesse: la moderazione, la subalternità al PD e la conseguente disillusione dell'esperienza della giunta Pisapia è sotto gli occhi di tutte/i quelle/i che vogliono guardare con onestà ai fatti e non dipende certamente da fattori personali.
Oltretutto questo sarà un regalo gradito ai grillini, che appariranno gli unici fuori dai giochi di potere.
Le elezioni in Lombardia dovranno decidere quale sarà la «nuova» classe politica che sostituirà Formigoni e la sua cricca nella gestione degli interessi del capitalismo lombardo - banche, finanza e aziende di gestione delle risorse pubbliche in prima fila.
Ambrosoli sembra oggi rappresentare il cavallo vincente, e le sue frequentazioni lo mostrano con evidenza: membro del CdA del Corsera (salotto bene del capitalismo lombardo), ha scelto come consulenti Marco Vitale (già assessore di Formentini), Roberto Mazzotta (ex Dc, ex presidente di Cariplo e Bpm), e così via. Consulenze che rappresentano anche un terreno di confronto con la Compagnia delle Opere, potenza economico-sociale già alle spalle di Formigoni, alla ricerca di nuovi referenti perché interessata a non perdere i legami con il potere lombardo (per lo stesso motivo nel 2004 appoggiò la candidatura di Penati alla Provincia di Milano).
Naturalmente non sarebbero così negativi nemmeno un Albertini o un Maroni, ma al momento non sembrano abbastanza stabili e capaci di ricostruire un blocco di potere affidabile - che invece un centrosinistra con al suo interno un Prc debole, fedele e disinnescato potrebbe meglio garantire. Così come potrà farlo a livello nazionale Bersani, uomo delle cooperative rosse, amico di Cielle (di cui frequenta costantemente il Meeting riminese), da sempre fedele traduttore delle misure di Bruxelles (sia la UE che la Nato), prima con il governo D'Alema e Prodi, poi con il sostegno al governo Monti-Napolitano.
 La sinistra avrebbe bisogno di qualcosa di più e di differente, avrebbe bisogno di quella che Monicelli definiva «una botta, una rivoluzione»cioè la ricostruzione di una sinistra anticapitalista, del suo pensiero, della sua pratica, non la riproposizione di vecchie esperienze e nemmeno una coalizione tutta politicista di organizzazioni e/o «autorevoli» esponenti del mondo sindacale, politico, intellettuale - troppo spesso abituati a navigare nelle pieghe del sistema e ormai poco utili a dare avvio o almeno ad accogliere e provare a espandere quella «botta».
Questo non è certamente il tema all'ordine del giorno dei prossimi tre mesi elettorali, ma all'interno di queste scadenze si potrebbe provare a costruire una posizione autonoma e alternativa al centrosinistracon un programma che provi a far pagare la crisi a chi l'ha provocata e recuperi risorse (attraverso innanzitutto il non pagamento del debito) per i bisogni di lavoratrici/lavoratori (più o meno precari/e), pensionate/i, disoccupate/i, giovani in cerca di un futuro dignitoso; con un profilo innovativo nelle candidature e nelle modalità di costruzione delle liste.
 L'appello «Cambiare si può», pur con tutti i limiti mostrati anche nell'assemblea romana del 1° dicembre e con le difficoltà di un progetto ambizioso, ha provato a porre questa necessità e sta provando a darle gambe. Perché in Lombardia invece non si può? Perché una parte di coloro che si dichiara alternativo al PD e al centrosinistra in Lombardia sceglie di allearsi con il PD stesso? Perché le assemblee del 14/15 dicembre che si terranno in Lombardia non provano invece a dare una svolta anche in questa regione?
Noi siamo convinti della necessità di questa svolta. Che «si possa» non è certo, ma almeno proviamoci, cominciando davvero a praticare autonomia, alternatività e indipendenza dalla «ala sinistra del capitale».

Piero Maestri

venerdì 7 dicembre 2012

Perché non ci interessano le primarie in Lombardia


Il meccanismo delle primarie non c’è mai piaciuto.
Rappresentano l’estremo grado di spettacolarizzazione della politica, tutto giocato sulla personalizzazione dello scontro tra candidati, più fittizio che reale, a beneficio del cittadino trasformato in “spettatore-votante”, come nei peggiori reality-show.

Una pantomima televisiva per oscurare la sostanziale omogeneità di contenuti, dal momento che le “ricette” proposte da tutti gli attori in gioco sono le stesse che ci hanno somministrato il centrosinistra di Prodi e il centrodestra di Berlusconi e che trovano nel governo di massacro sociale di Monti la loro massima espressione.
I risultati sono noti: secondo la stessa Banca d’Italia, per le famiglie italiane siamo al quinto anno di riduzione del reddito reale, che dal 2008 al 2011 era già sceso del 5 per cento.
 
Dispiace vedere che in Lombardia, in vista delle elezioni regionali, alcune forze politiche che pure si oppongono nazionalmente ad accordi col Pd, si prestino a una copertura a sinistra al medesimo “gioco degli specchi”, appoggiando una candidatura pur dignitosa come quella di Andrea Di Stefano.
 
La candidatura ufficiale del perbenista, cattolico e moderato Umberto Ambrosoli non è che una conferma di quanto sia illusorio pensare di poter “riformare” e condizionare il “centrosinistra” o credere in un “ravvedimento” del Partito democratico.
Ambrosoli, e in particolare la sua lista, rappresenta in Lombardia quel potere finanziario, quell'1% contro cui giustamente ci si scaglia in tutto il mondo, perché tra le cause principali della crisi capitalistica e agente fondamentale per farla pagare al 99%.
Parliamo dei Mazzotta, dei Bassetti e persino degli amici della Compagnia delle opere! Ci rendiamo conto? E' come portare gli operai Fiat che a Mirafiori hanno votato No a Marchionne a votare il candidato sindaco espressione di Marchionne, Piero Fassino, proprio con analoga procedura.
 
Né l’alternativa può essere rappresentata dalla protesta grillina, che pur facendosi portavoce di una condivisibile critica “antisistema”, è estremamente vaga e ambigua sul piano dei contenuti propositivi.
 
Anche in Lombardia esiste un’ampia area di persone che non si riconoscono nei due “poli” che hanno governato negli ultimi vent’anni e che non sono più disposte a subire la logica del “meno peggio”.
Così come a livello nazionale è necessario costruire un’alternativa alle politiche dell’attuale governo, in Lombardia occorre costruire un’alternativa vera al “formigonismo”.
 
E’ un’alternativa che per noi vive nei comitati contro la realizzazione delle grandi opere autostradali, Tem, Pedemontana e Brebremi, per un diversa idea di mobilità fondata sul trasporto pubblico e sulla ciclabilità, e nei comitati contro le speculazioni dell’Expo 2015.
Che vive nella battaglia delle lavoratrici dell’Ospedale San Raffaele e in generale nelle lotte di coloro che vogliono difendere la sanità pubblica e accessibile a tutti, contro il modello affaristico e clientelare delle reti di potere formigoniane.
Che vive nelle lotte degli studenti e delle studentesse, nelle resistenze in difesa dei servizi pubblici locali, di cui il referendum sull’acqua ha segnato un punto importante ma non definitivo.
 
Tutto ciò è incompatibile con la ricerca di un compromesso con il Partito Democratico, che in Lombardia sì è particolarmente distinto per la debolezza dell’opposizione al blocco di potere formigoniano e leghista.
Forse perché i soggetti e le forze che il Pd rappresenta, con quel blocco di potere spartiscono ottimi affari!
 
A livello nazionale, guardiamo con interesse all’appello lanciato dal cartello “Cambiare si può” al teatro Vittoria di Roma, pur sapendo che ci sono ancora importanti nodi politici da sciogliere affinché possa diventare uno strumento veramente utile.
 
Ci spiace constatare, lo ripetiamo, che alcune delle forze politiche nazionali che in tale appello si riconoscono, in Lombardia fanno scelte diverse, riproponendo la logica del compromesso al ribasso con il centrosinistra.
 
Per quanto ci riguarda, le primarie lombarde non ci interessano, perché nulla hanno a che fare con il progetto di alternativa di cui c’è veramente bisogno.




domenica 2 dicembre 2012

La risposta a chi dice che siamo in pochi !


Non solo siamo in tanti, ma abbiamo ambizione di crescere ! Questa potrebbe essere, in sintesi , il consuntivo della serata del 30 novembre scorso presso il Circolo Cooperativo di Robecco sul Naviglio.
L'incontro, promosso dal Movimento Popolare Dignità e Lavoro, aveva lo scopo di fare il punto in merito a numerose iniziative e progetti che il Movimento stesso sta perseguendo sul magentino. Dicevamo, siamo in tanti, l'incontro ha visto infatti la partecipazione alla cena di sottoscrizione un centinaio di persone in rappresentanza di Safosa di Gaggiano, della Maflow di Trezzano sul Naviglio  di Novaceta Magenta e di Comune Solidale con Sergio Prato. E' stata, inoltre, molto gradita l'adesione e la partecipazione dell'ANPI sez. di Vanzaghello. La serata ha avuto come ospiti d'onore il Senatore Ambrogio Colombo, il Senatore Gigi Malabarba, il Coordinatore Nazionale di Sinistra Critica Pietro Maestri, quella del Consigliere Provinciale PRC-PdCI Massimo Gatti ed infine, attesissima, la brava e coraggiosa cronista dell'Altomilanese, recentemente premiata come migliore cronista dell'anno, Ester Castano.
Avevamo presentato la serata con uno slogan : “ cena degli irriducibili “, dove normalmente tale aggettivo identifica piccoli gruppi, la risposta, invece , è stata eccezionale, tanta gente a dimostrazione del fatto che gli irriducibili sono ormai in tanti, sono tutti quelli stanchi ed insoddisfatti da una politica che non solo non da' risposte ma genera addirittura disgusto. Distacco quindi verso una politica che sul territorio ha espresso malaffare, corruzione delle istituzioni, collusioni e concussioni con le organizzazioni malavitose. E' molto triste sentire di voti venduti, di firme false, di sudditanza alle organizzazioni malavitose. La vendita di un voto, per qualsiasi prezzo, significa vendere non solo la propria dignità, ma il proprio futuro ed il futuro delle prossime generazioni. Vendere un voto significa rinunciare ai diritti, rinunciare a decidere, rinunciare ad avere una comunità libera. Significa anche rinunciare al sociale, rinunciare al lavoro, poiché quasi sempre, il malaffare si coniuga con le speculazioni edilizie e delle aree, come nel caso Novaceta e Saffa. Allora deve intervenire direttamente il popolo, la gente, le persone per-bene che vogliono cambiare qualcosa e che vogliono semplicemente essere liberi e pretendere lavoro e dignità. Il Movimento Popolare Dignità e Lavoro in precedenti occasioni è stato in grado di bloccare alcune scelte, a Magenta, sul PGT, solo con l'apporto del consenso di tanta gente. Oggi, attendiamo da ben cinque mesi, la risposta dell'amministrazione magentina in merito ad una richiesta di consiglio comunale aperto sul tema lavoro e sulle aree Novaceta e Saffa. L' amministrazione comunale, in precedenti incontri con il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, non ha ancora espresso il parere in merito alla concessione del consiglio aperto. Siamo stanchi di sentir parlare di ulteriori “tavoli” , inutili e che non hanno mai portato a nulla di concreto. Un Consiglio Comunale Aperto ha, invece, lo scopo di rendere pubbliche, in diretta, le intenzioni ed i progetti della proprietà delle aree, i progetti degli investimenti su quelle aree, le destinazioni d'uso che emergeranno dalle delibere comunali, la posizione dei sindacati, il “cerchiobottismo” della politica, e..scusate se è poco ! Tutto invece, probabilmente, si vuol fare ...nelle segrete stanze. Noi non lo permetteremo !
M.P.D.L.